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  • AUTUNNO E CADUTA DEI CAPELLI

    Abitualmente si stima che si perdano tra i 50 e i 70 capelli ogni giorno ma, nel periodo autunnale, la perdita tende ad intensificarsi arrivando fino a 100 e oltre. Tutto questo è normale se la caduta è regolare e se si verifica in modo uniforme su tutta la superficie; se invece, avviene a chiazze, può trattarsi di alopecia o comunque di una caduta grave. In questa circostanza è meglio recarsi dallo specialista che vi suggerirà una cura tricologica adeguata. In realtà molto spesso si tratta solo di un ricambio stagionale che avviene durante il periodo autunnale e si verifica con una eccessiva perdita di capelli determinata da un’alterazione dei bioritmi circadiani. Inoltre, i capelli sono reduci dalla stagione estiva, dove l’esposizione ai raggi ultravioletti può favorire la formazione di radicali liberi, incrementando così il danno ossidativo a carico del cuoio capelluto.

    In fase acuta, per agire sulla perdita di capelli stagionale o quando legata a fattori transitori come stress, stanchezza e scompensi ormonali, si consiglia di associare alla propria dieta l’assunzione di integratori alimentari. In particolare per questo tipo di problema si consigliano integratori alimentari a base di vitamine dei gruppi B ed E e sali minerali (zinco, rame e ferro), per poter così accelerare la fase di ricrescita successiva alla caduta. Esistono numerosi integratori di questo tipo, ciascuno specifico per una tipologia particolare di persona in base al sesso e all’età.

    Sopratutto durante il periodo di caduta è importante avere una dieta ricca in frutta e verdura di stagione, pesci ricchi in omega-3, latticini, uova e legumi.

     

    I capelli in questa fase non andrebbero lavati troppo frequentemente e durante i lavaggi andrebbero utilizzati shampoo delicati specifici energizzanti, rinforzanti e anti-caduta.

    Infine sarebbe buona cosa anche fare frizioni sul cuoio capelluto con fiale anti-caduta o con decotti a base di erbe (di timo e lavanda, ad esempio) che  possono stimolare la circolazione e rivitalizzare i follicoli.

    Il modo migliore per affrontare la caduta dei capelli quindi è passare in Farmacia Calvenzano per conoscerne i prodotti più adeguati alle vostre esigenze.

  • PREVENIRE LE PUNTURE D'INSETTO

    Tra i disturbi dell’estate più fastidiosi ci sono certamente le punture d’insetto. In seguito all’iniezione di sostanze che risultano nocive per l’organismo si possono avere sintomi più o meno gravi, in base alla sensibilità individuale.

    I sintomi più comuni in caso di punture d’insetto sono: dolore, gonfiore, prurito e bruciore. Generalmente queste reazioni sono di lieve entità e possono essere gestite in autonomia o con l’aiuto del farmacista.

    In caso di soggetti allergici si possono presentare invece forte gonfiore esteso, dolore e rossore nella zona della puntura, rossore in tutto il corpo, gonfiore e rossore del viso e del collo, mancanza d’aria, disturbi cardiocircolatori fino allo shock anafilattico. È necessario chiamare il numero verde per le emergenze.

    Per prevenire le punture esistono numerosi prodotti, tra questi:

    • presidi medico chirurgici repellenti, adatti per la protezione di tutta la famiglia (alcuni prodotti sono specifici per i bambini) particolarmente indicati quando si svolgono attività all’aria aperta;
    • rimedi omeopatici come i granuli di Ledum palustre che rende l'odore del sudore umano sgradevole alle zanzare che dunque si allontanano. Come spesso avviene con i rimedi omeopatici, anche nel caso del Ledum è necessario attendere i risultati che non sono istantanei, ma si notano solitamente dopo qualche giorno o settimana dall'assunzione. Per sapere come è meglio assumere il Ledum Palustre in base alle vostre esigenze consultate un medico omeopatico o chiedete consiglio ad un farmacista esperto;
    • potete acquistare anche altri tipi di prodotti che sfruttano il potere repellente del Ledum: spray, creme, tintura madre, braccialetti e altro;
    • dispositivi ad ultrasuoni che rappresentano un alternativa silenziosa ed ecologica, facile da attaccare al passeggino, ai vestiti, o a qualsiasi altro punto a voi vicino.

     

    Quindi il nostro consiglio è quello di evitare le fastidiose punture sulla pelle sfruttando uno dei rimedi indicati oppure di passare in Farmacia Calvenzano per conoscerne altri adatti alle vostre esigenze.

  • ABBRONZATURA SENZA RISCHI

    L'abbronzatura è quel meccanismo di difesa messo in atto dalla pelle per proteggersi dai raggi ultravioletti che potenzialmente possono danneggiarla. Il cambiamento di colore della pelle è dovuto all’aumento del rilascio di melanina da parte dei melanociti in seguito alle radiazioni solari.

    Gli effetti delle radiazioni UV sulla pelle non protetta possono causare danni acuti o cronici: eritemi (ustioni di primo grado causate da una prolungata esposizione solore senza adeguata protezione; si manifesta con bruciore, dolore, vescicole e arrossamenti e generalmente si risolve nel giro di pochi giorni), discromie e macchie cutanee, tumori della pelle e rughe (causate dal cedimento strutturale dovuto alla rottura del collagene in seguito all’esposizione ai raggi UV).

    Esponendosi al sole le radiazioni UV inducono, oltre all’abbronzatura, la produzione di radicali liberi che possono danneggiare la nostra cute. Per cui è opporturno, specialmente durante le prime esposizioni solari, integrare con una serie di sostanze che vanno a preparare la pelle come il betacarotene (che stimola la produzione di melanina agendo sulla fisiologica pigmentazione della pelle), le vitamine C ed E, il manganese e il licopene (antiossidanti che proteggono le cellule dallo stress ossidativo), il Coenzima Q10 (in grado di ritardare l’invecchiamento cellulare) e altri. In commercio esistono numerosi integratori alimentari specifici per preparare la pelle all’esposizione al sole la cui assunzione è consigliata prima, durante e dopo il periodo di esposizione. Oltre alla protezione con gli integratori è necessario ricorrere ad una protezione solare da applicare sulla pelle, scelta in base al proprio fototipo (basato sulla tipologia di pelle, capelli, presenza di lentiggini, colore degli occhi e alla facilità con cui ci si abbronza), al luogo (se si è in montagna le radiazioni a cui siamo esposti sono maggiori), alla stagione, alla copertura del cielo, alla presenza di superfici riflettenti (acqua, neve…). Idealmente il solare che scegliamo dovrebbe proteggerci in base alle nostre esigenze di fototipo in uguale misura dalle radiazioni UVA e UVB, riducendo il fotoinvecchiamento.

    Un prodotto idratante in grado di nutrire la pelle mentre si abbronza, dermatologicamente testato, privo di profumi, alcol e coloranti dovrebbe suggerirci che ci stiamo orientando verso un prodotto di qualità.

    Per scegliere la corretta protezione solare, adatta al proprio tipo di pelle, al tempo di esposizione e al luogo (mare, montagna, piscina) rivolgetevi al vostro farmacista di fiducia.

  • INTOLLERANZA AL LATTOSIO

    L’intolleranza alimentare che si presenta più di frequente in Italia è certamente quella al lattosio con percentuali pari a circa il 50% della popolazione, nonostante non tutti i pazienti manifestino i sintomi tipici. L’intolleranza al lattosio è causata dal deficit (parziale o totale) dell’enzima lattasi a livello intestinale e si manifesta con sintomi gastroenterici dopo l’assunzione di questo zucchero contenuto principalmente nel latte e nei prodotti derivati.

    Dopo essere stato assunto con la dieta, il lattosio viene idrolizzato a livello del duodeno dalla lattasi, presente sulle cellule della mucosa intestinale assorbente, la cui funzione consiste nello scindere il lattosio nei suoi due zuccheri semplici: galattosio e glucosio. Se il lattosio non è digerito, arriva nel colon, dove viene attaccato dai batteri intestinali causando la sintomatologia tipica dell’intolleranza al lattosio: gonfiore addominale, meteorismo, diarrea o stipsi, spossatezza e irritabilità.

    La diagnosi si esegue attraverso un test molto semplice: il Breath test. Questo test, assolutamente non invasivo, consiste nel misurare la quantità di idrogeno espirato nelle 3 ore successive all’assunzione di lattosio. In caso di malassorbimento il lattosio viene fermentato dalla flora del colon con produzione di idrogeno che risulterà quindi a concentrazione più alta nell’aria espirata dal soggetto; ciò ovviamente non avverrà se il soggetto in studio digerisce normalmente il lattosio. Senza una diagnosi accertata, non si può dire di essere intolleranti al lattosio.

    L’esclusione completa dalla dieta degli alimenti contenenti lattosio (spesso intrapresa senza controllo medico) può nel lungo periodo portare a mancanze nutrizionali; il latte e i suoi derivati sono i cibi più ricchi in assoluto di calcio e vitamina D e privarsene significa mettere a rischio la salute delle ossa e non solo. Per questo è consigliabile consumare prodotti caseari a basso contenuto di lattosio, facilmente reperibili in commercio e tenere presente che i formaggi stagionati non contengono lattosio e possono essere consumati.

    Il lattosio non si ritrova solo nei latticini poiché il lattosio è spesso utilizzato dall’industria alimentare come conservante e addensante, ma anche dall’industria farmaceutica come eccipiente in farmaci, integratori e granuli omeopatici.

    In commercio esistono dei farmaci e degli integratori alimentari a base di enzima lattasi, per cui se ci si vuole concedere uno sfizio, o spesso si mangia fuori casa, ci si può avvalere di questi prodotti per evitare di stare male in seguito. Il vantaggio della loro assunzione consiste nell’evitare che il lattosio non digerito possa raggiungere il colon e causare i sintomi tipici dell'intolleranza al lattosio. Questo tipo di ausilio, generalmente da assumere prima del pasto, permette la digestione del lattosio e può essere utilizzato al bisogno.

    Ormai sul mercato sono presenti numerose tipologie di prodotti, spesso anche in associazione con altri tipi di enzimi digestivi, fermenti lattici o vitamine, per completare e migliorare le loro potenzialità.

    Parlane con il tuo medico o il tuo farmacista di fiducia per avere maggiori informazioni.

  • RIMEDI PER LA TOSSE SECCA E GRASSA

     

    Tra le fastidiose affezioni in cui possiamo incorrere durante l’inverno, la tosse è sicuramente una delle più frequenti. Si tratta di un meccanismo di difesa primario, messo in atto come riflesso o come azione volontaria dall’organismo, per rispondere a un’irritazione delle vie respiratorie. Fisiologicamente è rappresentata da un’espulsione forzata di aria dai polmoni, con il fine ultimo di liberare le vie aeree da muco in eccesso, agenti patogeni, sostanze irritanti o nocive.

    Convenzionalmente viene distinta in tosse secca (non produttiva) o grassa (caratterizzata invece dalla produzione di catarro).

    Per un corretto approccio terapeutico è necessario interrompere il processo infiammatorio che ha causato l’irritazione, regolare la produzione di muco e prevenire una tosse esagerata senza annullare l’importante meccanismo di difesa.

    In presenza di tosse grassa e persistente, bisogna orientarsi verso l’impiego di prodotti che aiutino ad espellere il muco in eccesso, assumendo quindi farmaci fluidificanti o espettoranti, presenti su mercato sotto forma di molteplici forme farmaceutiche (compresse, capsule rigide a rilascio prolungato, sciroppi, granulato per sospensione orale, fiale per aerosol,..). Tra questi ricordiamo l’acetilcisteina, l’ambroxolo, la carbocisteina e la bromexina, che con meccanismi differenti d’azione, sono in grado di rendere più fluido il muco facilitandone l’espulsione. Con questa tipologia di farmaci lo stimolo della tosse non è subito bloccato, al contrario è possibile il verificarsi di un aumento.

    Per quanto riguarda l’impiego dei mucolitici nei bambini di età inferiore ai due anni l’Agenzia Italiana del Farmaco ne ha recentemente sconsigliato l’impiego, suggerendo alcuni rimedi non farmacologici da utilizzare quali: pulizia nasale con soluzione fisiologica, idratazione, umidificazione dell’aria con appositi apparecchi, cambio dell’aria mantenendo una temperatura di 19-20°C ed eliminazione del fumo dall’ambiente.

    La tosse secca e stizzosa si cura abitualmente con dei farmaci sedativi della tosse, in grado di agire a livello del centro nervoso stimolato. Solitamente si trovano in commercio sotto forma di sciroppi, gocce o compresse, ma appartengono a diverse categorie farmaceutiche.

    Come alternative per la cura della tosse secca di lieve o moderata entità possiamo ritrovare rimedi naturali o omeopatici. Tisane o preparazione erboristiche a base di piante dalle proprietà calmanti ed emollienti come Althaea officinalis L., Malva sylvestris L. o Tilia cordata Mill. e alcuni rimedi omeopatici come Lycopodium clavatum, Hepar sulfuris, Aconitum napellus, Phosphorus ed altri ancora, dai quali i pazienti affetti da tosse secca possono trarre beneficio.

    Anche lo sciroppo a base di bava di lumaca è estremamente efficace per la tosse secca. La bava di lumaca aiuta a ricostruire la mucosa irritata e danneggiata dal continuo tossire. Inoltre, contiene enzimi in grado di modificare la viscosità del catarro e se presente lo renderebbe quindi eliminabile.

     

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  • ANTIBIOTICI: LIMITARE GLI EFFETTI COLLATERALI

     

     

     

     

     

    Con il termine antibiotico si intende una categoria di farmaci preziosi, talvolta indispensabili, per combattere le infezioni batteriche più disparate che possono colpire qualunque parte dell'organismo. Come ogni farmaco, anche gli antibiotici possono associarsi ad alcuni effetti collaterali giustificati dalla gravità della patologia da trattare. Generalmente i più comuni sono mal di stomaco, nausea, vomito e diarrea. In alcune persone può verificarsi una reazione allergica (caratterizzata da comparsa di macchie sulla pelle e prurito o in casi più gravi da difficoltà respiratorie). Il soggetto che sperimenta questi effetti dovrebbe comunicarlo al più presto al proprio medico o al farmacista. Per limitare gli effetti collaterali è necessario assumere gli antibiotici in maniera corretta seguendo le indicazioni fornite dal medico durante la prescrizione. Con alcuni accorgimenti  si possono comunque limitare ancora di più i possibili danni. Prima di tutto è importante sostenere la flora batterica intestinale con l'utilizzo di fermenti lattici vivi durante tutta la terapia antibiotica e proseguendo per ulteriori 8-10 giorni dal termine dalla somministrazione della terapia antibatterica. Inoltre è importante integrare tutte le vitamine del gruppo B che da un lato non sono più fornite dalla flora batterica e dall'altro sono fondamentali nel metabolismo epatico degli antibiotici e vengono quindi grandemente consumate. Infine, l'utilizzo di Vitamina C (nel quantitativo di 500 mg) dall'inizio della somministrazione antibiotica, fino ad almeno 15-20 giorni dalla sua sospensione, svolge un ruolo importante nel contrastare l'effetto ossidante indotto da in parte dall'infezione stessa e in parte dalla stessa terapia antibatterica.

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